Pianeta compiti: come guidare e supportare i bambini?

Il momento dei compiti può mettere a dura prova il clima familiare ed il benessere del bambino. Molto spesso esso si presenta come un’attività complessa, che può portare alla nascita di veri e propri match tra genitori e figli, corredati da momenti di stress, tensione, pianti e urla.
I compiti a casa, ad ogni modo, sono estremamente utili per la crescita del bambino e, nonostante non siano una responsabilità dei genitori, che cosa è importante fare per aiutare i propri figli a rendere più sereno questo momento? Chiariamo fin da subito un concetto fondamentale:


Il genitore educa molto più con ciò che fa, rispetto a ciò che dice


per tale ragione, oltre ad alcune strategie da poter mettere in campo, è fondamentale che ognuno lavori sul suo atteggiamento e comportamento nel momento in cui affianca il bambino durante i compiti.
Mantenere un atteggiamento CALMO, ACCOGLIENTE e FIDUCIOSO di fronte allo sconforto, ai momenti critici e alla rabbia che può manifestare naturalmente il bambino è la base da cui partire.





Successivamente, quali strategie possiamo mettere in campo?

• Non sostituiamoci al bambino nell’esecuzione del compito, ma AFFIANCHIAMOLO e STIMOLIAMOLO, spronandolo a cercarle da sé le risposte alle domande che pone agli altri;
• Cerchiamo di comprendere COME APPRENDE il bambino, ovvero quali sono le sue vie sensoriali preferenziali (visive, acustiche, cinestetiche o la concatenazione di queste), quali sono le sue modalità di rielaborazione delle informazioni e quale risulta essere il linguaggio più efficiente per lui (verbale, grafico, corporeo-gestuale, verbale-corporeo ecc.). In che modo è possibile farlo? Attraverso un’osservazione attenta e costante del suo modo di approcciarsi al compito;
EVITIAMO LE CRITICHE. Se si vuole che i bambini affrontino serenamente i compiti a casa bisogna mostrarsi ottimisti sulle loro capacità, concedendo loro il tempo necessario per imparare e ricordandosi che i nostri tempi sono diversi dai loro. Mai mettere fretta, sottolineare gli errori o ridicolizzare il bambino;
• Di fronte all’ERRORE non diamo soluzioni, ma invitiamo il bambino a rileggere e a capire che cosa ha sbagliato. È inutile mandarlo a scuola con i compiti perfetti poiché questo non aiuterà né lui né l’insegnante, che faticherà a comprendere la reale preparazione del bambino;
• Impariamo ad avere delle ASPETTATIVE REALI nei confronti dei figli, evitando di rimanere ingabbiati in aspettative troppo alte o troppo basse. Osserviamo il bambino mentre fa i compiti e manifestiamo un atteggiamento di fiducia e ottimismo proprio di chi si attende molto, ma non troppo. Questo contribuirà alla creazione di un clima positivo che lo sosterrà nello svolgimento delle sue attività, favorendo il raggiungimento di risultati soddisfacenti, soprattutto in termini di apprendimento e di formazione;
CONTROLLIAMO i compiti se i bambini sono ai primi anni di scuola, ma cerchiamo via via di farlo sempre meno. Così facendo, insegneremo loro a responsabilizzarsi e a diventare gradualmente sempre più autonomi. I compiti sono una delle attività migliori per insegnare ai bambini a controllare il proprio atteggiamento, posticipare la soddisfazione dei desideri e gestire la frustrazione, lasciamo loro lo spazio per imparare tutto questo!;
• Accogliamo le EMOZIONI del bambino, soprattutto quelle negative. I genitori che rispondono a rabbia, noia e disappunto trasmettendo fiducia, speranza e soddisfazione anticipata accolgono l’emozione del figlio senza negarla o bloccarla e lo aiutano a vivere meglio il momento dei compiti sul piano emotivo;
• Poniamo particolare attenzione alla MOTIVAZIONE del bambino, poiché la sua stimolazione aumenta la probabilità che egli apprenda in maniera più efficace e rapida. Evitiamo perciò di puntare sulla sua componente estrinseca con frasi tipo “Se prenderai un buon voto nella verifica ti farò un regalo”, perché questo toglie importanza alla materia e valore allo studio. Sproniamolo piuttosto ad andare avanti di fronte alle difficoltà e a gioire quando riesce in un compito difficile o vede un miglioramento nelle sue abilità. Infine, puntiamo sulla sua naturale curiosità per motivarlo allo studio.


Vi sono inoltre due elementi essenziali da tenere in considerazione quando si parla di compiti a casa: dove e quando vanno svolti?

      1) Organizziamo un LUOGO per i compiti. Che sia la camera del bambino, la cucina o la sala, è fondamentale che non cambi ogni giorno (i bambini sono molti routinari!) e soprattutto che sia in ordine, cioè priva di distrazioni, giochi, oggetti non utili allo svolgimento dell’attività in questione. Se, ad esempio, il bambino sta giocando con un videogioco prima di fare i compiti è importante che non lo lasci in pausa, ma lo spenga e lo riponga al suo posto, così non verrà distratto dal monitor acceso e da ciò che stava facendo precedentemente. Stessa sorte dovrà toccare a televisione e cellulari;
      2) Pianifichiamo un TEMPO per i compiti. Parliamo con il bambino circa l’importanza di svolgere i compiti tutti i giorni alla stessa ora e per un tempo massimo stabilito (da scegliere in base all’età ed alla mole di lavoro): tutto ciò lo aiuterà a vivere questo momento come un passaggio normale della sua giornata e gli consentirà di non essere sovraccaricato di cose da fare in alcuni giorni e senza nulla da fare in altri. Questa pianificazione, inoltre, aiuterà il bambino ad organizzarsi, ad imparare a suddividere le materie che richiedono un maggior impegno e ad avere il tempo tecnico necessario per assimilare quanto studiato.
Infine, inseriamo in questa programmazione anche le attività extra-scolastiche che fanno parte della sua settimana e degli spazi “vuoti”, fondamentali per coltivare anche altri interessi: il tempo con gli amici, per la musica, per coltivare il dolce far nulla ecc.
Il piano di lavoro non ha lo scopo di riempire l’intera giornata, ma di ottimizzare i tempi, sostenendo l’organizzazione e la realizzazione dei compiti, oltre che dare una routine stabile al bambino.


E ... in bocca al lupo!